Intervista Yoshiaki Kinoshita
di Joe Clifford
Fonte: Toyota Motor Corporation
Francoforte, Germania. Settembre 2013. Yoshiaki Kinoshita ha iniziato la propria carriera con Toyota Motor Corporation (TMC) nel 1978 come Engine Research & Development Engineer. Ricoprendo questo ruolo, Kinoshita ha collaborato allo sviluppo del motore 3.5 V10 della Toyota TS 010.
Nel 1989 Kinoshita-san ha supervisionato la partecipazione di Toyota al Campionato Mondiale Rally e a Le Mans, prima di trasferirsi nel 1996 alla Toyota Racing Development in veste di Vice Presidente responsabile del campionato Champ car. Dal 2004 a oggi, Kinoshita-san è il General Manager della Motor Sports Division di TMC, diventando nel 2010 anche Presidente della Toyota Motorsport GmbH (TMG) di Colonia, in Germania.
Adesso che è tornato a lavorare sui prototipi da gara, può dirci qualcosa sui cambiamenti apportati da Toyota nell’approccio a questo tipo di veicoli?
Kinoshita: Trattandosi di una Engineering Company, Toyota è molto attenta a quanto viene fatto in questo settore. Pensiamo che i nostri sforzi sui veicoli da corsa siano una vetrina importante per le nostre tecnologie. Sei o sette anni prima di lanciare la TS 030 capimmo che lo sviluppo dei motori da corsa avrebbe dovuto aiutare quello dei modelli destinati alla produzione in serie, altrimenti i nostri sforzi sarebbero risultati vani, o comunque meno importanti.
Decidemmo quindi di portare la nostra tecnologia ecologica e il nostro sistema ibrido anche in pista. In tal senso, gli sviluppi ottenuti in questo settore avrebbero di certo garantito maggiore efficienza anche ai nostri modelli standard.
Quindi esiste un filo diretto che lega l’impegno nelle gare alla produzione in serie?
Kinoshita: Certo. Rispetto al sistema KERS della Formula 1, le auto da corsa di cui ci occupiamo sono molto più simili a quelle prodotte in serie.
Metà della tecnologia proviene dalla divisione che si occupa dell’ibrido, in Giappone, la quale sviluppa i sistemi da corsa per poi trasferire le conoscenze acquisite sui modelli standard.
Potrebbe essere più preciso a proposito di differenze e analogie?
Kinoshita: Una delle differenze tra il sistema ibrido da corsa e quello standard riguarda l’autonomia.
I sistemi ibridi destinati alla produzione in serie puntano principalmente alla riduzione dei consumi durante la guida in città, mentre le macchine da corsa devono pensare esclusivamente a raggiungere velocità elevatissime.
L’ibrido da corsa è studiato quindi per recuperare la massima quantità di energia durante la fase di decelerazione, come nei tre secondi necessari per fermarsi completamente passando da 300 a 0 km/h. L’enorme quantità di energia sprigionata durante la fase frenante deve essere recuperata in tempi altrettanto brevi.
Una ricarica completa in soli tre secondi?
Kinoshita: Il nostro sistema da corsa possiede una capacità di recupero superiore di sessanta volte rispetto a quella delle vetture standard.
Questo impone la necessità di installare un accumulatore che consenta operazioni di ricarica e rilascio dell’energia estremamente veloci: tre secondi per la ricarica e soltanto due secondi e mezzo per sprigionare l’intera riserva di energia.
Le vetture ibride standard dispongono oggi di batterie che non sopportano tali carichi di lavoro.
Queste prestazioni sono possibili soltanto attraverso un super-accumulatore, ed è per questo che stiamo pensando di installare questi dispositivi anche sui modelli standard, per migliorarne la capacità di recupero.
Siamo impazienti di vedere cosa farà Toyota in questo senso. Passando ad altro, che significato ha per lei la gara di Le Mans?
Kinoshita: Le Mans è una gara leggendaria.
Chiunque nell’ambiente vorrebbe vincerla almeno una volta nella vita. Toyota vi ha partecipato per quasi 40 anni, ottenendo il secondo posto in tre occasioni, e personalmente vorrei riuscire a chiuderla sul gradino più alto del podio. Non si partecipa a una gara senza avere nel proprio cassetto il sogno di vincerla. Sinceramente, io mi sveglio ogni mattina con questo pensiero.
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